I restauri, le scoperte e l’architettura attuale
I restauri, le scoperte e l’architettura attuale
Il complesso del Lavello si caratterizza per una notevole eterogeneità non solo per quanto riguarda le tipologie edilizie, risultato di più fasi costruttive, ma anche per quanto concerne lo stato di conservazione delle strutture.
I lavori di restauro ci svelano il complesso conventuale come appariva fra i secoli quindicesimo e sedicesimo. Esso è costituito da tre corpi principali collegati tra loro da due corti interne.
Il chiostro minore, eretto probabilmente nel 1510 in occasione dei primi lavori di ampliamento del vecchio convento, si presenta chiuso su quattro lati, di cui due con elegante portico su esili colonne a capitelli fogliati. Le colonne erano fortemente degradate, ma solo in superficie e il restauro è stato realizzato con l’ausiliodi fibre di carbonio e malte con un risultato ben visibile nella parte inferiore delle stesse.
Uno degli aspetti fondamentali dell’intervento ha riguardato il recupero degli intonaci esterni della struttura che testimoniano le numerose evoluzioni che il monumento ha avuto, con la presenza di graffiti e date nonché resti di stratificazioni e interventi successivi.
Il rinnovamento del convento, che ebbe inizio nel 1566, interessò l’intero sviluppo dell’ala principale dietro la chiesa.
Si formarono così dispensa, cucina, ala capitolare, refettorio e quindi la corte maggiore.
Questa è caratterizzata da un porticato con colonne in pietra e volte a crociera, che si estende su due lati al piano terreno, mentre è chiusa sugli altri due da un muro di cinta. Il colonnato segue l’espressione della corte minore e il loggiato sovrastante risente della cultura rinascimentale, come testimoniano anche i resti di una decorazione di fine Quattrocento.
Durante i lavori di recupero sono emersi anche un affresco nella lunetta del porticato e la traccia di una meridiana sulla parete esterna. Inoltre, mentre si eliminavano alcuni muri di costruzione più recente, è venuta alla luce una scala il cui accesso non era conosciuto e che conduce all’alloggio del priore.
Nei locali che separano le due corti sono state ritrovate e mantenute a vista le capriate lignee che costituivano la struttura della copertura del convento del Seicento, che consentono di comprendere l’evoluzione che ha avuto il fabbricato.
Spostandoci nella chiesa, quella che vediamo oggi è il risultato della sovrapposizione di tre successive costruzioni e ampliamenti, l’ultimo dei quali avvenne a partire dal 1582, quando si diede corpo alla struttura attuale.
L’esterno è mosso dalle lesene dei contrafforti e dal cornicione ornamentale in cotto, sull’uso delle chiese conventuali. Il marmoreo portale ogivale laterale è del 1490.
All’interno sopravvivono frammenti della decorazione relativa all’edificio religioso costruito a partire dal 1486.
Nella cappella settentrionale, nelle cui strutture murarie resistono gli avanzi del castello citato nell’anno 1014, si trova una grande Crocifissione affrescata nel 1487, forse opera di Giovanni De Tornelli.
Sulla parete nord si notano una Madonna votiva e una Annunciazione del primo Cinquecento, oltre ad altri frammenti decorativi.
Sull’arco trionfale nel 1597 il pittore Domenico Scaretti di Pontida dipinse storie della Vergine, di cui rimangono solo alcuni fregi perché nel 1948 una moderna Madonna della Pace ricoprì completamente l’antico affresco.
La cappella al centro della parete nord, aperta alla fine del Cinquecento, finemente decorata a finti marmi, è chiusa da una lunetta con la preghiera di Gesù nell’orto del Getsemani.
Dello stesso periodo sono anche i dipinti delle due absidi.
Al Seicento risale la decorazione che oggi vediamo, ma appartiene a due fasi. La parte inferiore, infatti, è frutto di un rifacimento realizzato dopo la peste del 1630, esattamente nel 1638, che ha modificato anche il volto di alcuni santi.
Appartengono all’età barocca il pulpito e diversi dipinti a olio.
Al Settecento, invece sono da ascrivere, gli altari in marmi intarsiati e i paliotti in scagliola. Contemporaneamente venne realizzata anche la loggia lungo la parete occidentale, sopra l’ingresso principale.
I lavori di restauro all’interno della chiesa sono stati inizialmente completati nella parte relativa agli affreschi e alle decorazioni pittoriche, mentre gli interventi relativi alla pavimentazione sono stati, in seguito ultimati nel 2005.
Lo scavo archeologico ha messo in evidenza la struttura dell’edificio religioso medievale.
In particolare ci ha restituito l’altare, straordinariamente conservato, con una porzione di decorazione a losanghe.
Gli interventi ci consentono inoltre di osservare ciò che resta di quella che probabilmente era l’antica fonte miracolosa, articolata in un complesso sistema di vasche.